Dipendenza, indipendenza, interdipendenza. Il riassunto della storia dell’umanità in tre parole
DIPENDENZA: dall’età dei cacciatori e raccoglitori (Paleolitico, 4 milioni di anni fa) fino alla nascita dell’agricoltura (Neolitico, 8000 anni a.C.). L’essere umano è stato dipendente dalla Natura finchè non ha imparato a coltivare la terra e a comprendere come fare magazzino di risorse alimentari. Lì ha iniziato a svincolarsi dall’incertezza della disponibilità immediata (o meno) di selvaggina cacciabile, semi e vegetali commestibili, avviando l’era successiva.
INDIPENDENZA: dalla nascita dell’agricoltura (8000 a.C.) fino ad oggi. L’uomo ha via via sviluppato la sua indipendenza dall’incertezza degli approvvigionamenti alimentari, pur mantenendo sistemi agricoli in cooperazione con il mondo naturale fino a circa il 1700. Con la rivoluzione industriale il processo ha subito un’improvvisa impennata, allontanando sempre più l’uomo dalla natura, non più concepita come un insieme di equilibri da presidiare in sinergia con l’uomo, ma come un pozzo di risorse da spogliare senza limiti.
Grazie a Cartesio e al suo “Cogito ergo sum” (“Penso dunque sono”), si è spostato tutto “l’essere” nel cervello dell’uomo, e di conseguenza la Natura è stata spogliata della sua soggettività viva, vibrante e vitalizzante, ridotta a mero oggetto, insieme di superfici inerti senza vita.
Il risultato è quello che abbiamo oggi sotto gli occhi, dentro i polmoni, dentro il cibo che mangiamo e l’acqua che beviamo: la crisi climatica (e grazie al quotidiano “The Guardian” che ha deciso di non usare più l’espressione “cambiamento climatico”, al fine di mettere in luce che si tratta di una crisi vera e propria, in tutta la sua gravità).
INTERDIPENDENZA: da oggi (speriamo… chissà, non è detto, non ancora, dipende da noi – eh sì, anche da te) fino a… possibilmente infinito. L’uomo realizza di essere l’unico essere vivente che per vivere avvelena il proprio habitat, e comprende che è su una strada senza ritorno, verso la propria estinzione (non farebbe scalpore… la durata della vita media di una specie sulla Terra è 4 milioni di anni, se calcoliamo la durata della vita della specie Homo a partire dai primi ominidi ci siamo. Quindi saremmo perfettamente in media con altre specie che prima di noi sono esistite e si sono già estinte). L’uomo si adopera per applicare la legge dell’interdipendenza che governa tutti i processi biologici, elimina i feedback loop nefasti che ha creato con i propri sistemi industriali di produzione, smantella la barbarie con cui deprediamo la Natura della sua vita, capisce che la biodiversità è la base dell’evoluzione e interrompe drasticamente l’estinzione delle specie. La deforestazione selvaggia viene sostituita dalla riforestazione su vasta scala. Tutte le imprese inquinanti vengono riconvertite in imprese a impatto positivo sull’ambiente (non solo ad impatto zero, perché dobbiamo assorbire tonnellate e tonnellate di CO2, dobbiamo diventare non solo “carbon neutral” ma anche “Carbon negative”, cioè sequestrare più CO2 di quanta ne emettiamo). Il Governo del Bhutan viene scelto a guida di un nuovo ordine mondiale che vede la Terra come un unico ecosistema, si superano le suddivisioni fra gli Stati e ogni essere umano acquisisce il diritto a un passaporto Blu, il colore del nostro pianeta visto dallo spazio, perché diventa cittadino del Pianeta.
È un’età piena di energia per la nostra specie: reimpariamo a dialogare con il mondo naturale, torniamo a creare condizioni favorevoli alla vita (come predica la disciplina scientifica della Biomimicry da qualche decennio), e sostituiamo il Prodotto Interno Lordo (mannaggia a lui) con il FIL – la Felicità Interna Lorda, e non solo per gli esseri umani ma per tutti gli esseri viventi.
Ma se l’interdipendenza, il fondamento scientifico della realtà di cui siamo a conoscenza dall’età della fisica quantistica, dovrebbe diventare il tuo nuovo mantra, questo cosa comporta concretamente nel tuo quotidiano?
Che tu inizi a guardare all’impatto di ogni tua scelta.
In particolare e su tutto: quello che compri, e chi lo produce. Perché scegliendo a chi dare i tuoi soldi tu stai facendo molto più che votare: stai nutrendo possibilità di distruggere o aiutare la Terra.
Chi produce, e con che impatto ambientale, quello che mangi? E quello che hai addosso? E quello che hai in casa?
Oggi ci sono strumenti per sapere tutto, e ignorare l’impatto delle nostre scelte di consumo ci rende solo complici della crisi climatica.
Lo so, è praticamente impossibile acquistare in modo perfettamente etico oggi, ma fra l’ignorare l’impatto delle nostre scelte di acquisto e il cominciare a scegliere in modo più consapevole a chi dare i nostri soldi ci sono mille sfumature di verde, e oggi vorrei appunto iniziare a colorarti! J
Ecco quindi le mie proposte:
- Contagiati di ottimismo e ispirazione! Approfondisci la politica verde realizzata in Bhutan e scopri l’unica Nazione al mondo che è già Carbon Negative (cioè assorbe più anidride carbonica di quanta ne emette, e ha per Costituzione almeno il 60% del territorio ricoperto da foreste, oltre a fondare la propria politica sulla felicità dei cittadini e molte altre cose stupende che puoi ascoltare al link precedente).
- Calcola la tua impronta ecologica, con questo facile test online del WWF e inizia a ragionare sul tuo impatto ambientale. Più il tuo passo è leggero sulla terra, più contribuirai al benessere del Pianeta, e di conseguenza al tuo!
- Scegli un’area su cui decidi di avere un impatto positivo per la salute del pianeta e della vita, identificando un tuo piano di azione con cui mettere in opera concretamente nel quotidiano la tua intenzione di essere amico della Natura. Basta una cosa piccola, ma che puoi fare da oggi, e poi magari potrai aggiungere ulteriori azioni man mano che ci prendi gusto. Alcuni esempi: consumare solo formaggi Bio da domani, scegliere un fornitore di energia elettrica solo da fonti rinnovabili (io uso Lifegate), stare sotto la doccia la metà del tempo ecc. Nel mio video “Cinque azioni per cambiare il mondo” ti dò un sacco di idee!
Se sei arrivato fin qui a leggere sei il mio eroe, e ti voglio già bene, anche a nome della terra!
Iniziare da una piccola azione ecologica da fare subito è la strategia con cui sentirsi meno passivi di fronte alla crisi climatica, aiutandoti a superare quel senso di impotenza che per molti diventa ansia ecologica o dolore ecologico, sentimenti legati all’empatia nei confronti della nostra Madre terra e della sua sofferenza (ne parlo nei miei webinar di formazione, QUI).